Tralasciando il discorso software libero, software non libero per un istante, quello che ho pensato è la quantità di risorse di sistema necessarie per avere una copia di Windows che funzioni bene.
Il computer dove sto scrivendo questo file di testo ha 10 anni, l'ho comperato per 120 euro e ne ho spesi 60 per aumentare la ram, totale 180 euro, che a me sembrano già molti per un computer.
Immagino usasse Windows 7 quando è uscito questo portatile, sarebbe improponibile pensare di installare software non libero su questa macchina, troppo antica per gli esosi sistemi operativi odierni.
Quello che mi ha colpito di più è stata l'utilizzo della parola "aperto" (che io automaticamente nella mia mente traduco con open), un termine che manca comunque dell'etica che è di base con la libertà, termine che mi ha portato in inganno pensando che quella versione di Windows fosse opensource.
Spoiler alert, non lo è.
Cito un paragrafo dell'articolo:
"Durante la pandemia Microsoft ha puntato su strumenti di importanza fondamentale come Teams e Viva, e ora mi sembra che l'azienda sia molto più disposta ad accompagnare le persone verso la soluzione dei loro bisogni, incontrandole ovunque si trovino."
La Microsoft è un azienda per profitto, ha come peculiarità di pagare e farsi pagare, io posso solo pensare che una persona che elogi così tanto un crimine contro l'umanità lo faccia perchè sia totalmente ignorante che noi hacker del software libero esistiamo.
Durante la pandemia, anche la FSF ha realizzato un server jitsi per i suoi soci:
jitsi.member.fsf.org
Il primo pc che ho avuto aveva una copia regolarmente comperata di Windows, ma uno dei primi termini che ho cercato in rete è stato Linux, da la ho scoperto il progetto GNU, capito che il termine corretto e rispettoso è GNU/Linux e letto la licenza che GNU usava. Sinceramente ho sempre letto le licenze, sono contratti. Mi ricordo che in quella di Windows dell'epoca il succo era che il sistema operativo non era mio, ma mi era solo prestato dietro pagamento dalla Microsoft che si riservava il diritto di togliermi la possibilità di usarlo.
Avete mai letto una licenza che inizia cosi? :
"Le licenze della maggior parte dei software e di altre opere pratiche sono progettate per togliervi la libertà di condividere e modificare le opere. Al contrario, la GNU General Public License ha lo scopo di garantire la libertà di condividere e cambiare tutte le versioni di un programma, per assicurarsi che rimanga software libero per tutti i suoi utenti. Noi, la Free Software Foundation, usiamo la GNU General Public License per la maggior parte del nostro software; essa si applica anche ad ogni altro lavoro rilasciato in questo modo dai suoi autori. Potete applicarla anche voi ai vostri programmi."
https://www.gnu.org/licenses/gpl-3.0.html
Io si, più di 20 anni fa, in inglese e quando ho letto libertà, per dare a noi utenti la libertà, ho deciso che sarebbe stata la licenza che volevo usare per il software.
Tornando al discorso dello sciempio di risorse, il titolo di questo articolo, quello che mi fa più tristezza è pensare a tutte quelle persone, adulte e non che non potrebbero permettersi di usare l'ultima versione di Windows neppure volendolo. Il software non libero costa soldi, molti, più di quello che io pago per un pc è questo solo per il sistema operativo basico. Se ci aggiungiamo che immagino ci voglia più dei 4 gb di ram che uso io per far funzionare il pc, il processore, la scheda grafica inizia ad essere una cifra importante.
Non dimentichiamoci l'obsolescenza programmata, il software non libero ne è la causa.
Non è etico, secondo noi, proporre programmi a pagamento senza prima dare le alternative libere come in libertà di parola non come in birra gratis.
L'articolo chiude cosi:
"Ancora più importante, tuttavia, è mettere gli utenti al primo posto, e non i responsabili IT, in modo che Windows 11 renda più facile ciò che amiamo, e magari rendere più facile anche amare Microsoft."
Se la qualcuno mette gli utenti al primo posto come minimo devono essere garantite le quattro libertà:
Libertà di eseguire il programma come si desidera, per qualsiasi scopo (libertà 0).
Libertà di studiare come funziona il programma e di modificarlo in modo da adattarlo alle proprie necessità (libertà 1). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare gli altri (libertà 2).
Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti da voi apportati (e le vostre versioni modificate in genere), in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.